La celiachia (detta anche morbo celiaco o sprue celiaca) è un’intolleranza alla gliadina, contenuta nel glutine, un insieme di proteine a loro volta presenti nel frumento, orzo, segale, farro e in altri cereali minori. La celiachia rende tossici, nei soggetti affetti o predisposti, tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali generando gravi danni alla mucosa intestinale quali l’atrofia dei villi.
L’intolleranza al glutine viene contrastata dall’organismo con la produzione di una severa risposta anticorpale che è la vera causa del danno alla mucosa intestinale e della conseguente ridotta capacità di assorbimento dell’intestino.
L’unico trattamento possibile per la celiachia è una dieta priva di glutine (gluten-free), che permette di ridurre ed eventualmente eliminare i sintomi e di ricostituire i tessuti intestinali.
La celiachia si presenta attraverso problemi di natura gastrointestinale, come addominalgie, diarrea, stipsi, flatulenza, dispepsia (dolore nella zona dell’epigastrio) e distensione addominale.
La diagnosi di celiachia viene effettuata attraverso diversi esami di laboratorio, che vengono eseguiti secondo un ordine logico stabilito da linee guida internazionali.
I test sierologici per la diagnosi di celiachia consistono nella ricerca nel sangue di specifici anticorpi la cui presenza è indicativa di intolleranza al glutine:
- anticorpi anti-transglutaminasi (tTG)
- anticorpi anti-gliadina (AGA)
- anticorpi anti-endomisio (EMA)
In associazione ai test sierologici o in un secondo step, può essere richiesto dal medico il test genetico per ricercare l’aplotipo HLA DQ2/DQ8.
La diagnosi di celiachia viene definitivamente accertata attraverso l’esecuzione di una biopsia intestinale, ovvero il prelievo di un minuscolo frammento della mucosa intestinale, dalla cui osservazione al microscopio si evidenzia l’atrofia dei villi.